I LAUREATI IN ITALIA E L’EUROPA

Gli Stati membri dell’Ue si sono posti l’obiettivo – entro il 2030 – di aumentare al 45% la quota di popolazione laureata.

Secondo l’Eurostat, a quella percentuale sono già arrivate Lussemburgo e Irlanda (che sono oltre il 60% di laureati, sempre nella fascia 25-34), Cipro, Lituania, Paesi Bassi, Belgio (tutti e quattro oltre il 50%), Francia, Svezia, Danimarca, Spagna, Slovenia, Portogallo e Lettonia.

L’Italia è al penultimo posto della classifica, con il 28% di giovani laureati, poco meglio della Romania (23%), e dopo l’Ungheria (33%).

IN EUROPA

Nel 2022, nei Paesi membri dell’Unione europea, l’82,4% dei giovani neolaureati risulta occupato.

Tra uomini e donne la differenza è di 2,2 punti percentuali.

A livello europeo, circa 8 giovani in possesso di laurea su 10 hanno ottenuto un’occupazione in una fascia di tempo che va da 1 a 3 anni dal conseguimento della laurea. 

IN ITALIA

Secondo l’ISTAT, l’Italia è il paese Ue con meno laureati occupati (65,2%), mentre in Lussemburgo il dato supera il 93%.

Il tasso di occupazione è sempre maggiore tra i maschi, con differenze che però vanno appiattendosi lungo il corso degli anni. 

Nel 2019 infatti la differenza era pari al 4,7%, la maggiore nel periodo considerato. 

Questo dato è in calo fino a raggiungere 2,2% nel 2022, l’anno che registra il valore minore.

Questo divario può essere spiegato anche dalla natura differente degli studi intrapresi da uomini e donne: il settore più tecnico dell’ingegneria, della manifattura e delle costruzioni vede, a livello di istruzione terziaria, una larga maggioranza di uomini iscritti a percorsi di formazione (73,1%) mentre in altri campi come quello della salute, quello economico o legale è maggiore l’incidenza femminile. 

Questi ambiti sono legati a differenti esigenze di mercato a livello di domanda.

IL MISMATCHING TRA DOMANDA E OFFERTA DI LAVORO

Investire in formazione – a tutti i livelli – ed in particolare potenziare l’offerta didattica universitaria, è fondamentale per la creazione di nuove figure professionali che già oggi sono sempre più ricercate. La scarsità di alcuni profili, la carenza e l’inadeguatezza di alcune competenze, renderanno sempre più complicato inserire le nuove generazioni di laureati in un contesto esposto alla competizione globale e in un mercato del lavoro in continua e rapida trasformazione.

La disabilità Visiva in Italia

Secondo il Rapporto ISTAT “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione europea del 2019”, poco meno del 2% delle persone dai 15 anni in su soffre di gravi limitazioni sul piano visivo. Questa percentuale sale al 5,0% tra chi ha più di 65 anni e all’8,0% tra chi ha più di 75 anni.

Se si sommano le limitazioni visive moderate a quelle gravi, complessivamente ne soffre il 18,6% della popolazione, percentuale che sale al 33,8% tra gli ultrasessantacinquenni e al 41,9% tra gli ultrasettantacinquenni.

https://www.istat.it/it/archivio/265399

Dati INPS relativi al numero di ciechi in Italia nel 2021

RegionePopolazioneCiechi invalidi
(ciechi totali e ciechi parziali)
Piemonte4.274.9457.173
Valle d’Aosta124.089248
Lombardia9.981.55412.295
Provincia Autonoma Bolzano534.912686
Provincia Autonoma Trento542.166803
Veneto4.869.8307.184
Friuli-Venezia Giulia1.201.5101.759
Liguria1.518.4952.617
Emilia-Romagna4.438.9376.317
Toscana3.692.8656.390
Umbria865.4522.061
Marche1.498.2363.129
Lazio5.730.3999.690
Abruzzo1.281.0123.270
Molise294.294802
Campania5.624.26011.226
Puglia3.933.7779.468
Basilicata545.1301.500
Calabria1.860.6014.826
Sicilia4.833.70514.300
Sardegna1.590.0443.112
TOTALE59.236.213108.856
 Popolazione residente: Dati ISTAT 1°gennaio 2021

Rapporto ISTAT: l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità

L’ISTAT ha pubblicato il rapporto sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Nell’anno scolastico 2022-2023 risultato 338mila studenti disabili e, tra questi, quasi il 4%, equivalente a circa 13mila studenti, è affetto da disabilità visivisa (ipovedendi 2,9%, non vedenti 0,9%).

Per un approfondimento sulle tematiche trattate e sui risultati dell’indagine si rimanda al sito dell’Istat (https://www.istat.it/it/archivio/293606)

Creative Commons License
Except where otherwise noted, the content on this site is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International License.